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Mare della Costa Jonica

La Costa Jonica è la parte della Basilicata in provincia di Matera che si affaccia sul Mar Jonio. E’ una fascia costiera che da Metaponto arriva fino a Nova Siri confinante da un lato con la Puglia e a sud con la Calabria.

La Costa Jonica della Basilicata comprende i comuni di Bernalda, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella e Nova Siri e le località di Metaponto e Marina di Pisticci. E’ da sempre meta di villeggiatura per le spiagge di sabbia finissima dalla parte di Metaponto e più pietrose verso Nova Siri e Policoro, spiagge dall’aspetto selvaggio per la presenza diffusa del giglio marino dai fiori bianchi e profumati che cresce spontaneamente e dell’eringio spinoso che opera un’azione di consolidamento delle dune. Le numerose stazioni balneari offrono servizi ai turisti e ai villeggianti e alcune sono attrezzate per gli amanti della vela e della pesca sportiva.
  • Metaponto - Costa Jonica Basilicata
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Metaponto si trova al centro del Golfo di Taranto sul Mar Jonio, è la prima località della Costa Jonica della Basilicata che s’incontra proveniendo da Matera. Intorno a Metaponto si trovano pregevoli aree naturali con le tipiche e suggestive pinete di questo tratto di costa che proteggono le spiaggie. E’ un luogo ricco di storia dove ci sono magnifiche testimonianze della Civiltà Magno-Greca.

Metaponto, Pisticci Marina, Scanzano, Policoro e Nova Siri sono località marine della Basilicata molto apprezzate da chi ama il relax, il mare e il caldo sole del meridione d’Italia. Le spiagge si presentano ampia e sabbiose, con lidi attrezzati al servizio dei bagnanti e degli amanti della vela e con zone incontaminate per la pesca sportiva nelle vicinanze delle foci dei fiumi Bradano e Basento.

Testimonianze della Magna Grecia

Lungo la Costa Jonica della Basilicata si possono visitare aree di grande interesse storico e archeologico in particolare a Metaponto e Policoro.

Le Tavole Palatine
Il Parco Archeologico di Metaponto presenta i resti di quanto si è salvato dalle continue spoliazioni del passato della polis greca. Nel Museo Nazionale del Metapontino vi sono i reperti dalla preistoria alla tarda antichità e il Tempio extraurbano di Hera, meglio conosciuto con il nome di Tavole Palatine, che offrono al visitatore la possibilità di conoscere da vicino la cultura della Magna Grecia.

L’interesse dei coloni greci è rivolto anche a tutto il territorio circostante, la chora, estremamente fertile, che immediatamente divenie oggetto di lavori per la creazione delle necessarie infrastrutture, e dell’erezione dei santuari extraurbani che rappresentano i segni più appariscenti della presenza di queste nuove genti e segnano i confini della polis di Metaponto. Il più importante di questi santuari, l’unico rimasto in piedi, è quello denominato Tavole Palatine, un imponente tempio con colonnato di tipo dorico, 12 colonne sul lato lungo e 6 su quello corto, realizzato nel tardo VI secolo a.C. e posto in prossimità di una sorgente sacralizzata come era uso nel mondo greco. Il tempio dedicato ad Hera, protrettice dei confini, conserva oggi in alzato 15 colonne.

Da una ricognizione della zona delimitata tra Bradano e Basento sono emersi reperti che attestano la presenza di numerose fattorie, questo permette di asserire che almeno la metà degli abitanti vivevano nella campagna circostante, divisa in lotti regolari, che rappresentano i possedimenti delle fattorie dei vari coloni, suddivisa non più tardi della prima metà del V secolo a.C.

Lo sviluppo monumentale dell’asty, cioè del centro urbano di Metaponto, si attua nei decenni centrali del VI secolo a.C., quando l’intero spazio è ridisegnato secondo una rigida regolarità geometrica. Un grande asse (plateia) centrale nord-sud diventa il principio generatore dell’intero impianto e separa i due maggiori spazi pubblici dell’agorà e dell’area sacra.

In quest’ultima ci sono i resti di quattro templi principali, di cui i maggiori, tempio A e B hanno un orientamento non arcaico ma, ruotando leggermente verso est, si allineano alle nuove geometrie dell’impianto urbano.
Mantengono, invece, l’originario orientamento arcaico i due templi minori C e D. Pochi blocchi sono rimasti del tempio C, forse dedicato ad Atena, databile al 580 a.C.

Il tempio A, dedicato a Hera è eretto in stile dorico verso la metà del VI secolo a.C.. Una pianta maestosa composta da 8 colonne sul fronte e 17 sui lati lunghi. Il vicino tempio B, dedicato ad Apollo Likaios, ha dimensioni leggermente più ridotte ed è sempre in stile dorico. Del tempio D resta solo la trincea di fondazione, ma i numerosi pezzi erratici permettono di datarlo al 470 a.C. e di asserire che fosse in stile ionico e dedicato ad Artemide. Al centro dell’area sacra un altro piccolo tempio è intotolato a Dioniso.

Il Tempio di Apollo Licio
Nell’agorà si distinguono il manteion intitolato ad Apollo e l’imponente struttura emiciclica del teatro con gradinate in pietra che, nel corso della seconda metà del del IV secolo a.C., sostituisce la struttura circolare arcaica denominata ekklesiasterion, destinata ad ospitare le assemblee cittadine.
La mancanza di un pendio collinare impose l’invenzione di un rilievo artificiale mantenuto da un muro di contenimento con gli ingressi alla parte alta delle gradinate.
Il teatro di Metaponto costituisce un unicum, il modello architettonico anticipa le forme del futuro anfiteatro romano. In prossimità del teatro vi sono anche i resti del tempio dedicato a Zeus Agoraios, protettore dell’agorà.
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